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Roma Nord – La Storia raccontata da Michele Damiani

Posted by rmadmin il 31/10/2021
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Roma Nord – La storia 

Michele Damiani, il jukebox della storia di Roma Nord

michele-damiani-roma-nord-storia“ È meglio una storia vera che sembra finta che una storia finta che sembra vera.

 Quando Veio era Veio Roma non era ancora Roma, eppure gli Etruschi già dal IX secolo aC avevano capito che sul territorio di Roma Nord poteva nascere una città fiorente che, come vedremo in seguito, fu ciclicamente abbandonata e ripopolata fino ai giorni nostri. È complicato riassumere migliaia di anni di storia in pochi minuti ma cercheremo, brevemente, di capire come le frasi “è già successo” e “ah ma sai che non lo sanno” siano strettamente legati tra loro quasi a creare un binomio che non lascia scampo ai corsi e ricordi storici lunghi 3000 anni.

Di questo e di altro ne abbiamo chiacchierato con l’Archeologo Medievale, narratore, Veientano Michele Damiani  che con la sua nuova #nonlosapeveio  appassiona utenti, consapevole ed inconsapevoli, con i suoi video, racconta, in maniera semplice, chiara e spesso simpatica storie di uomini e di paesaggio dell’antica città etrusca di Veio, del suo territorio e della sua eredità millenaria.

PROFESSIONISTA DELL’INDAGINE ARCHEOLOGICA, COME NASCE L’IDEA DI YOUTUBE?

non losapeveio…” Il racconto della storia a questo punto a cosa serve: intanto per raccontare una storia che è sempre una cosa utile. È nato nel periodo del lockdown quando tutti eravamo chiusi dentro casa con del tempo libero a disposizione, io per fare i video e le persone per ascoltarli, nella totale inconsapevolezza di quello che poi sarebbe accaduto, tra la camera da letto, la cucina ed il salotto nasce il canale YouTube .”

Il suo slogan #nonlosapeveio , nasce in primis da amici e conoscenti che, nonostante residenti, al sentir raccontate certe storie, esclamavano: “ah ma sai che non lo sapeva”. Un territorio con una storia profonda di più di 3000 anni.

“Non la definisco una mia rubrica ma una rubrica di chi è curioso di sapere, un modo per dare voce alla curiosità, un jukebox, un modo per reciprocamente imparare e mi piace attingere soltanto da fonti certe, senza inventare, prendere un testo storico e rende appetibile. La Divulgazione va bene ma non esageratamente scientifica. Raccontiamo la storia per quello che è successo. È meglio una storia vera che sembra finta che una storia finta che sembra vera. Ci sono però argomenti che in meno di trenta minuti non riesco a trattare e che quindi capisco essere un po’ più noiosi, ma a me interessano poco i like e le visualizzazioni, mi interessa di più che se un domani ci fosse quel qualcuno interessato a quell’argomento possa trovare il meglio, sempre secondo me. Come tutte le tradizioni orali che vengono prese e ridiffuse. A me interessa questo,Ma ancora non sei stato inquadrato politicamente? “ No, ancora no, e la cosa mi fa piacere perché vuol dire che la comunicazione che faccio è solamente di racconto storico, neutra e questo è un bene.

 LA VOLONTA’ DI CONOSCERE, EPPUR SI MUOVE?

veio-parco

“Qualche cosa si muove ed i riscontri sono molto buoni, se ci pensi c’è un’amministrazione comunale locale che fino a pochi anni fa la parola Veio neanche la usava, oggi invece fa una manifestazione che si chiama Veio Walking, è qualcosa? Parallelamente c’è un gruppo che secondo me si pone all’opposizione, che fa – Camminata nell’agro veientano -. Che cosa c’è di diverso tra i due? Nulla. Se la coscienza delle amministrazioni e dei loro oppositori in questi anni cresce nella direzione della valorizzazione del patrimonio del territorio comune è un bene. Questo è colpa mia? Non lo so. È merito mio? non ho questa presunzione, però sicuramente il dato oggettivo è che nel giro di due settimane ci sono due eventi di camminata che hanno due luoghi diversi ma lo stesso nome. Questo per me è un bel risultato, perché vuol dire che tra le fila della narrazione del territorio, il discorso di abitare in un territorio così antico, così pieno di tradizioni e di emergenze archeologiche emergono e coinvolge. Un piccolo tassello che mi sento di mettere all’interno della comunità.”

DI CHE TIPO DI COMUNITA’ PARLIAMO?

“Questa comunità non è soltanto quella all’interno di un comune, come ad esempio il comune di Formello nel quale risiedo, ma quella del più ampio patrimonio che gli Etruschi di Veio gestivano come loro territorio urbano. C’era la città, che si trova nei pressi di Isola Farnese , e poi c’era un grande territorio circostante in parte ricalcato dal Parco di Veioe una bella fetta del XV municipio di Roma tra le consolari Cassia e Flaminia. Questo oggi è il parco di Veio che è un parco regionale sotto tutela della legge regionale dei parchi. Ma la cassia e la flaminia arrivano dopo il periodo degli etruschi che prima gestivano tutta la sponda del lago di bracciano (oggi Trevignano ed Anguillara) i comuni marittimi di Fiumicino e Maccarese e tutto lo spazio che c’è tra questi quindi XII, XIII e XIV municipio, un territorio immenso, tanto che oggi chi abita a Boccea si sta sorprendendo delle scoperte di necropoli etrusche nel loro territorio, etrusche di Veio naturalmente, perché Veio aveva una serie di cittadine satellite governate da un’aristocrazia alla quale comunque facevano riferimento. “

QUINDI TUTTE LE STRADE NON PORTANO A ROMA?

Veio_mappa-roma-nord-storia

“A me fa mediterraneo ridere quando si dice che tutte le strade portano a Roma” questo accade perché Roma anche con la conquista di quasi tutto il mediterraneo, ( mediterraneo occidentale con le guerre puniche e poi del orientale con la conquista dell’attica, della Grecia alle metà del II secolo aC) Romarimane sempre una polis, una città stato, solo che è una città stato che sta al centro del mondo e tutte le strade portano li perché tutte le strade escono da li. Anche secoli prima tutte le città erano policentriche, ogni città aveva strade che ne uscivano e conseguentemente entravano. Se noi oggi andiamo a riguardare tutte le strade di Roma Nord, beh tutte le strade portano a Veio. È pieno di strade che noi percorriamo quotidianamente che portano al pianoro di Veio che però essendo disabitato, deviano raggiungendo o le zone residenziali oi piccoli borghi che sono nati nel medioevo intorno alla città di Veio. Dobbiamo immaginare Veio come uno dei più grandi centri dell’Etruria, dei più potenti anche dal punto di vista culturale. Plinio il Vecchio , una sorta di Piero Angela dell’antichità, ci racconta di un unico artista etrusco, Vulca il Veiente, le fonti tradizionali storiche ci raccontano di un unico auriga etrusco, Ratumena, che correva nelle corse con le bighe molto prima che Roma diventasse Roma.”

QUINDI ROMA HA UN PO COPIATO?

“Un po’ hanno copiato, però noi conosciamo Veio dal punto di vista della cultura artistica e sportiva molto prima che a Roma si facessero arte e sport. Due città così vicine, 18km che le separavano e più o meno un fiume che era in mezzo tra di loro, vicine ma simili. Veio era quella che dava insegnamenti culturali e sociali e quando Roma la conquista (396 aC fonte Tito Livio) fu un po’ come un figlio che prende il posto nell’azienda del padre.”

QUANTA POPOLAZIONE AVEVA VEIO AL SUO APICE? POSSIAMO FARE DEI PARAGONI CON I TEMPI MODERNI?

“Possiamo immaginare di massimo 20.000 abitanti nel periodo splendore? È possibile, fatto sta che Dionigi di Alicarnasso nel I secolo aC parlando di tre secoli prima; quindi, fonti da prendere con le pinze, ci racconta che secondo lui Veio, nell’epoca classica era grande quanto Atene ed anche paragonabile dal punto di vista dell’espressione artistica e del potere territoriale. Dunque, non un paragone da prendere alla leggera perché Atene era la New York del IV/V secolo aC quindi probabilmente nel quinto secolo se Atene poteva essere una New York Veio sarebbe potuta essere una Londra.”

PERCHE OGGI LE PERSONE DECIDONO DI VENIRE A VIVERE QUI?

Apollo_di_Veio“Questa è una domanda che fare io a te. Ma, forse perché le case costano meno che a Roma? Perché ci sono i servizi? Perché hai il giardino? Qui iniziamo a fare una piccola analisi per contestualizzare i diversi tipi di popolazione che si sono susseguiti negli ultimi duemila anni per poi darci qualche risposta.”

Bisogna chiedersi come è composta la società nei territori limitrofi a Roma? Questo è molto importante, nell’80% dei casi si tratta di romani che si sono trasferiti fuori Roma, perché Roma è un casino, c’è traffico, è cara ecc. ecc. e con il costo di un appartamento di 80mq mi faccio una villetta di 100mq ed ho anche un pezzetto di giardino per il cane ed i bambini. “Però sono persone che si trasferiscono quando i figli hanno due anni e quando compiono 15 anni tornano a Roma, perché non è più un piacere tagliare il prato, ad esempio, lo fanno esclusivamente perché la famiglia cresce bene perché hanno l’idea di farla crescere bene quando in realtà la fanno crescere in macchina perché, se hai tutto a Roma, sei costretto a fare avanti e indietro ed alla fine diventa solo un quartiere dormitorio. Questa è anche un po’ una critica nei confronti di chi ha amministrato il territorio negli anni. Ci vogliamo più servizi, alziamo il tiro, rendiamoci conto che abbiamo di più, più storia. Formello esiste da mille anni, Isola Farnese , Campagnano , addirittura la prima menzione di Cesano nella storia è di circa 1100 anni fa, oggi è una periferia semplice di Roma.

Oggi abitare è una scelta, non è più un obbligo?

“Si, porto ad esempio i miei genitori che scelsero questo posto per vivere. Allora c’era ancora questa atmosfera pionieristica, parliamo della fine degli anni 70, in tutte le persone che sceglievano un’alternativa alla città, per cui se in un luogo ancora in divenire c’era una famiglia con una sposina in dolce attesa questa continuava coccolata e quindi si narrava creare una sorta di piccola comunità, oggi non è più così. Io sono cresciuto con questa mentalità, quindi, va bene quel tipo comunità e di spirito ma quella di oggi è effimera, è legata ad opportunismo ed a me una comunità più legata alle tradizioni storiche del territorio, una base da cui dipartono utopia e realtà perché la storia esiste anche se noi non la conosciamo.” Quindi una risposta alla tua domanda potrebbe essere:” vengo a vivere a Formello perché, è vero che spesso sono costretto a fare avanti e indietro con Roma, ma nel fine settimana posso godermi la mia casa, il mio giardino e l’aria pulita insieme alla mia famiglia.”

È IMPORTANTE SAPERE CHE TUTTO È GIA’ SUCCESSO.

” vengo a vivere a Formello perché, è vero che spesso sono costretto a fare avanti e indietro con Roma, ma nel fine settimana posso godermi la mia casa, il mio giardino e l’aria pulita insieme alla mia famiglia.”

Formello-Palazzo-Chigi-Museo“Chiunque faccia questo ragionamento deve sapere che è già successo.”  Trasferirsi dalla grande città verso le piccole cittadine è una pratica vecchia quanto la storia di Veio.“Il Cardinale Flavio Chigi, ad esempio, realizzò la sua villa Versaglia, dopo aver acquistato alcuni terreni a Formello, perché aveva capito che questo posto gli regalava quel relax di cui sopra che permetteva di vivere a pieno i propri piaceri. Questo territorio è cambiato nel corso del tempo così come gli stessi abitanti. Siamo passati anche attraverso una grande povertà, nell’800 quando mancava il grano, nei primi del Novecento durante le guerre mondiali ed in questi periodi storici nessuno avrebbe mai pensato di trasferirsi qui da Roma proprio perché non c’era nulla. Ma quando crescono i servizi e per servizi parlo di Cassia Bis, cresce tutto. Il Cardinale Flavio cercava praticamente Siena a due passi da Roma dopo che nel 1655  suo zio fu eletto papa con il nome di Alessandro VII. Flavio era un personaggio un po’ rocambolesco e non molto ben visto dalla famiglia ma nel corso del suo cardinalato fece anche qualcosa di buono, risolvendo ad esempio una situazione complicata in Francia, dove andò in veste di ambasciatore alla corte del Re Sole. Il Re Sole era solito però girare di corte in corte, ospite delle grandi famiglie francesi che, dilapidando il loro patrimonio al fine di ottenere ruoli di potere, realizzavano sontuose cene spettacolo, sempre diverse, ogni sera sia per il Re che per il suo seguito . Il cardinale Flavio segui per ben sette mesi questo vero e proprio tour del Re di Francia e proprio nel visitare le sontuose ville francesi ebbe l’idea di riportare un po’ di questa grandeur francese anche a Roma dove però doveva passare il resto della sua vita come cardinale.

QUINDI IN PRATICA COME FA LA GRAN PARTE DEGLI ATTUALI ABITANTI DEL TERRITORIO?

“Si in pratica si, per trascorrere qui il loro tempo libero ed a Roma il loro lavoro. È già successo quindi lo ripetiamo, ed è importante raccontarlo perché poi è importante raccontare la conclusione. Quando il cardinale Flavio mori, dopo circa vent’anni di permanenza a Formello, di figli naturali probabilmente ne aveva parecchie date le sue abitudini stravaganti. ma non legittimi essendo cardinale, ed i suoi eredi furono dei cugini che però non gradirono tanto Formello preferendo Ariccia, di conseguenza, sia Palazzo Chigi a Formello che villa Versaglia vennero più o meno abbandonati.

A questo punto, con questi dati alla mano, bisogna chiedersi quanta di questa passione, di questa volontà che c’è di andare a vivere fuori città verrà poi trasmesso a tutte le generazioni a seguire. Perché se ai tuoi figli racconti che tutto ciò che c’è da fare di importante si trova a Roma dove tu hai lasciato amicizie, il meccanico, il commercialista, il medico di base, cosa lasci sul territorio? Se anche i tuoi eredi come il Cardinale Flavio non valorizzeranno quella casa perché una casa di passaggio allora tu sei venuto qui a fare una vita di passaggio.

Ma andando a ritroso nel tempo anche questo È già successo prima del Cardinale Flavio. Anche nel mondo romano, infatti, accaddero fatti simili ma naturalmente per cause differenti.

Palazzo-Chigi-FormelloPer capire al meglio però bisogna prima entrare un po’ nell’ottica del mondo romano. Roma conquista Veio nel 396 aC iniziando anche ad abitarla, poi però accade una cosa, iniziare le guerre puniche che Annibale con tutto il Nord Africa, la Spagna, la Gallia sia transalpina cisalpina al suo fianco, i Romani dalla loro avevano soltanto gli alleati Italici da questi alleati dovrebbero trarre il sangue dalle rape. Iniziarono una leva militare fortissima e la maggior parte delle persone abili a portare una spada in mano vennero chiamate in guerra. Si spolparono così tante città soprattutto quelle intorno a Roma e pochi abitanti tornarono ad abitare tutti a Roma per compilare quei quei una città stato importante non poteva avere. Veio, dunque, si spopola i templi vengono chiusi. Successivamente l’Imperatore Cesare 150 anni e poi Augusto 170 anni dopo decisoro di rifondare questa città. Augusto lo fa in modo minaccioso nei confronti del senato, inviando a Veio i suoi veterani, tutti vecchi soldati che avevano dato la vita in combattimento per lui e che dormivano con la spada sotto al cuscino. Minaccioso perché di fatto, Augusto aveva una vera e propria truppa, a 18km da Roma, pronta a marciare sulla città in caso si verificate situazioni a lui sfavorevoli. Ricordiamo che l’Imperatore Augusto aveva una vera e propria truppa, a 18km da Roma, pronta a sulla città in caso si verificate situazioni a lui sfavorevoli. Ricordiamo che l’Imperatore Augusto aveva una vera e propria truppa, a 18km da Roma, pronta a sulla città in caso si verificate situazioni a lui sfavorevoli. Ricordiamo che l’Imperatore Augusto in sostanza voleva cancellare la repubblica e circa 500 anni di storia in favore di una monarchia, perciò, aveva bisogno di riprendere quanto più possibile quei simboli di monarchia dalla storia circostante la città e Veio faceva al caso suo, la prima e anche l’ ultima città etrusca monarchica che cade. Veio era già un ideale in età Augustea quindi 200 anni prima del Gladiatore di Ridley Scott. Gli investimenti che August fece città di Veio furono monumentali ma non sufficientemente valorizzati dagli abitanti che si sarebbero dovuti sulla trasferiti; strade bellissime, sistemi di fognature all’avanguardia, un foro gigantesco, ma abitanti pochi. Di fatto Veio era una vera e propria cattedrale nel deserto, una città pronta ad esplodere ma che non esplodeva, la similitudine con alcune realtà immobiliari odierne è presto fatto. Ma circa 60 anni dopo arriva l’ Imperatore Nerone che, dopo l’incendio del 64, inizia la realizzazione della sua visione, la sua Domus Aurea a Roma, una villa colossale che occupava mezza città antica. Gaio Svetonio Tranquillo, dunque, racconta di questa satira che serpeggiava a Roma che parafrasando diceva: Quiriti (abitanti di Roma, i romani de Roma) se la villa di Lui (Nerone) occuperà tutta la città noi trasferirci e perché non ci trasferiamo a Veio, è pronta, ci andiamo a rilassare, si sta meglio, sempre però che la villa di Lui non arriva espandendosi fino a li. Già all’epoca dunque, superato il Tevere, a Veio che ancora era percepita come altra cosa rispetto a Roma, si stava meglio, distaccati dalla confusione della città.

È GIA SUCCESSO PARTE II

Scappare dalla città e tornarci nuovamente sembra così quasi come fosse già, una sorta di pratica abitudine scritta dettata da esigenze dalle quali veniamo spesso rapiti, disposti così anche a tornare a “stare peggio” solo perché in realtà non abbiamo mai capito e neanche qualcosa di nostro in questo territorio. Veientani sumus vuole maggiore combattere proprio questo, cercando di trovare riscontro nelle cose che ci sono sul territorio, perché se le cerchiamo ci sono”. Venire a vivere qui oggi è anche partecipare a quell’ideale dopo ben 2000 anni. Ed anche se questo può sembrare un po’ anacronistico come pensiero ad oggi esistono prove tangibili sul territorio che possono convincere un condiviso questo ideale. Facciamoci una domanda:“come mai quando piove Corso di Francia si allaga e tu a Veio stai in grazia di Dio? Te lo sei chiesto? Accade grazie ai cunicoli etruschi (50 km solo nel territorio di Formello) che ancora corrono intorno a noi e che drenano tutte le acque superflue per la maggior parte verso il fiume Cremera (affluente di destra del Tevere)”, da questi cunicoli inoltre ne deriva il nome stesso di Formello che venivano chiamati appunto formali. Abitare un territorio non significa soltanto abitarlo, troppo facile così, bisogna fare un passo in più. Oggi queste terre hanno questo valore grazie agli etruschi, e tocca a noi fare qualcosa, lasciare qualcosa su questo territorio. Basta poco, bastano piccoli gesti come iniziare ad imparare un po’ storia del tuo territorio, fare un orto, entrare in contatto con il contadino locale. “Quante persone abitano a La Selviata oggi ad esempio? Ma sai perché si chiama così? Nulla c’entrano le selve ed i boschi ma una contrazione da Salviati , Casale Salviati, Casa Selviata, perché il casale presente nella zona era di proprietà del Duca Salviati che nel 600 cercò di ingannare il Papa Alessandro VII (Fabio Chigi) nell’acquisto di Formello e di tutto il feudo perché voleva lo comprassero dagli Orsini i Borghese, ma i Chigi fiutarono il trucco e chissà cosa sarebbe successo se il piano ingannevole fosse riuscito.”  

  IN COCLUSIONE

“Conoscere la storia del proprio territorio è questo, sapere perché abiti in un posto che si chiama così, ed a me interessa il perché tu abbia fatto questa scelta. È per questo motivo che io un po’ rispondendo a curiosità ed un po’ anche a dei doveri morali che sento rivendo la scelta di chi è venuto a vivere qui. #nonlosapeveio funziona per questo: tu hai scelto di abitare qui? Te lo dico io il perché e tu lo riscopri anche se non lo hai mai conoscere. Non lo sapevi che sotto casa avevi un cunicolo etrusco, la villa romana, il casale medievale seicentesco, la fonata ottocentesca, che il terreno dove magari coltivi il tuo orto è stato oggetto di litigio nell’800 tra i contadini del territorio ei Chigi che si risolse dopo le guerre mondiali dove con il crollo della monarchia ci fu una ridistribuzione delle terre ai privati.

Abbiamo tutte le armi e tutte le conoscenze per ripartire senza partire da zero. Lungo questo percorso, iniziato, ROMANORDLIFESTYLE ha incontrato e conservare a tutte le persone che avere un pensiero comune, che dovrebbe lasciare un segno sul territorio e costruire un giorno dopo essere una storia forte nel tempo che ci permetterà di avere un pensiero vero che costruire sembra finta e non una storia finta che sembra vera. Veientani sumus.

Roma Nord Lifestyle

 


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